A mio parere è molto più difficile consigliare a qualcuno un certo prodotto piuttosto che prendere la decisione di acquistarlo per provarlo in prima persona.
Dato che consigliare soluzioni ai clienti è una parte cospiqua del mio lavoro, sono costantemente alla ricerca di modi migliori per svolgere questo compito.
Sarebbe interessante paragonare il processo che porta ognuno di noi a dare un consiglio.
Personalmente passo per 3 fasi:
1) Valuto positivamente le caratteristiche tecniche di un prodotto e questo mi spinge a indagare le impressioni degli utenti che usano già quel prodotto;
2) Cerco di capire, dai commenti degli utenti, se le caratteristiche del prodotto che mi interessa risultano coerenti con le deduzioni teroiche derivanti dalla mera lettura delle caratteristiche tecniche;
3) Quando c’è coerenza tra caratteristiche tecniche e soddisfazione di chi ha provato il prodotto passo alla sperimentazione diretta.
La terza fase è completamente a mio rischio e pericolo, anche quando a sperimentare il prodotto è un potenziale cliente che, ovviamente, sa benissimo di partecipare ad un test e che pagherà solo se vengono soddisfatte le sue richieste.
Da un po’ di tempo, la fase 2 è fortemente ostacolata da quelle che chiamo “guerre di religione”: utenti (o meglio pseudo-utenti) che parlano di un prodotto senza basi oggettive, spesso senza aver MAI provato prima il prodotto, ma spinte solo dal nome, dalle mode o da chissà quali altri motivi (perchè si tratta di un prodotto Apple, o del sistema operativo Linux, Windows o MacOSX ecc.).
Questo problema è andato via via accentuandosi man mano che si sono ampliati i mezzi di comunicazione a disposizione di ogni utente (comunità, blog, forum, newsgroup, ecc.).
Paradossalmente, anzichè avere un maggior numero di pareri oggettivi sul prodotto che interessa, occorre farsi largo tra una marea di interventi che hanno il solo intento di offendere, denigrare o sbeffeggiare l’altro solo perchè usa una soluzione anzichè un’altra.
La discussione sfocia ben presto in un guazzabuglio, in una cacofonia di offese e di puttanate sparate a raffica.
E magari chi avrebbe qualcosa di interessante da dire si guarda bene dal perder tempo a rispondere a chi invece non ha nulla da dire.
Photo credit: Carolina Muñoz
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